Api nomadi, miele migliore

Arnie on the road per trovare nuove fioriture

Un tempo, due volte all’anno, in molte zone del nostro Paese, era possibile assistere alla transumanza delle greggi. All’arrivo dell’inverno, quando i pascoli non avevano più erba, i pastori scendevano con i loro animali dagli alpeggi e rientravano in pianura. Trascorsa la brutta stagione, all’inizio della primavera, un nuovo grande esodo dal piano verso le alture alla ricerca di foraggi freschi e profumati.

Oggi questa pratica è scomparsa, anzi, non proprio. Sopravvive, in modo suggestivo e inusuale, ed è legata proprio al mondo delle api.

Succede con un sistema abbastanza diffuso, chiamato nomadismo, che anche l’Azienda Giaminardi pratica intensamente. È faticoso, impegnativo, ma offre grandi garanzie di resa qualitativa.

In alcuni momenti dell’anno, le arnie vengono caricate su un automezzo e portate in zone dalle fioriture speciali. Questo per consentire alle api di vivere in un ambiente stimolante, ricco di fiori e vegetazione e all’apicoltore di raccogliere un miele pregiato e sempre di qualità.

La caratteristica principale che differenzia l’apicoltura stanziale dal nomadismo è che quest’ultimo prevede lo spostamento delle arnie nel corso della stagione al fine di produrre differenti tipi di miele a seconda delle scelte dell’apicoltore.

Questo comporta non solo una conoscenza più approfondita delle piante e dei fiori, ma anche una disponibilità di mezzi di trasporto e di ore da dedicare agli spostamenti che non tutti gli apicoltori si possono permettere.

E’ fondamentale conoscere bene il territorio dove si pratica e trovare una posizione che sia ottimale per gli alveari e che permetta di offrire tutte le caratteristiche ideali dove le api possano muoversi liberamente nel raggio d’azione necessario per una raccolta del nettare ottimale.

In genere, questa moderna transumanza autostradale, è fatta di notte, quando le api sono tutte dentro l’alveare. Le arnie vengono chiuse e allestite per il viaggio dopo il tramonto e nella notte vengono trasferite. Al mattino, alla ripresa dei loro voli, le api si trovano in una zona differente dal giorno prima, ma più ricca di fiori da suggere. Infatti, alle prime luci, le api bottinatrici escono dalle loro casette e trovano un ambiente nuovo, dove si orientano in fretta trovandovi abbondanti fioriture. È grazie a questa alleanza con l’apicoltore che le api possono produrre più miele di quanto occorre loro per superare l’inverno e lasciare l’eccedenza all’uomo. Per l’apicoltore, quindi un’occasione di avere più miele, anche se è una pratica non solo faticosa per gli spostamenti, ma molto impegnativa dal punto di vista delle normative, dei permessi e dei costi. Chi pratica nomadismo infatti, si affaccia su un mondo complesso in termini di regolamenti sanitari e burocratici, dovendo accertare che gli apiari rispettino le norme del Regolamento di Polizia Veterinaria della Regione in cui si trovano. Inoltre sono previste delle linee-guida da seguire sulle distanze tra i vari apiari da posizionare, sia tra di loro sia con i centri abitati.
Insomma, rispetto delle api, ma anche, da non dimenticare, l’importanza della qualità del miele raccolto.